La digitalizzazione
dei fondi documentari, che qui si presentano per la consultazione
on-line, è frutto di un progetto finanziato dalla Regione
Autonoma della Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione,
Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport sul P.O.R.
Sardegna Asse VI Misura 6.3 Azione Interventi
per il potenziamento e la riqualificazione dei servizi bibliotecari
e archivistici.
Il progetto è stato realizzato in cooperazione con lArchivio
di Stato di Cagliari, che ha contribuito mettendo a disposizione
le proprie tecnologie hardware e software e fornendo lassistenza
tecnico-archivistica; il Comune di Cagliari ha contribuito destinando
una quota del finanziamento alla digitalizzazione del Fondo Vardabasso
depositato nellArchivio di Stato.
IL FONDO FOTOGRAFICO consiste in una collezione di
fotografie che vanno dal 1867 a circa la prima metà del 1900.
Al suo interno è possibile distinguere piuttosto nettamente
tra il gruppo di fotografie ottocentesche e dei primi anni del novecento,
e il gruppo di fotografie risalenti prevalentemente alla metà
del 1900.
Il primo gruppo si caratterizza per il prevalere di vedute panoramiche,
piazze, edifici, scorci urbani; il secondo gruppo riguarda quasi
esclusivamente eventi celebrativi o personalità.
IL FONDO CARTOGRAFICO comprende un complesso
di tavole che vanno dalla fine del 1700, con il progetto del fortino
di S. Ignazio, agli anni 60 del 1900, con il progetto della
Cittadella dei Musei. Il suo ordinamento è opera delle archiviste
della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna Ester Gessa e
Marina Vincis, le quali, attorno agli anni del 1980, portarono a
compimento il lavoro di ordinamento e redazione dellinventario
che il precedente direttore, larchivista Evandro Putzulu,
aveva iniziato ad impostare.
Lordinamento di questa collezione è interamente dovuto
al lavoro dellarchivista Marina Vincis.
|
La
collezione fotografica dell'Archivio Storico del Comune di Cagliari
risulta essere composta da 1936 unità fotografiche in b/n e a colori,
che coprono un intervallo che inizia nel 1867 sino ad arrivare agli
anni '60 del 1900.
La collezione è interessante innanzitutto dal punto di vista tecnico:
assieme ai primi esemplari a colori degli anni '50 del 1900 e alle
riproduzioni su l'odierna carta politenata, si trovano anche foto
stampate in b/n su carte albuminate di cui abbiamo anche tre rari
esempi senza cartoncino (foto 276, 285 e 286) della fine dell'800
e una foto stereoscopica dei primi del '900 (foto 2); esistono altresì
stampe su carta baritata, una stampa al palladio (foto 72) e un
esemplare di stampa meccanografica (foto 161). Il fondo è stato
suddiviso in nove serie in base all'oggetto rappresentato e all'interno
di ogni serie è stato rispettato un ordinamento di tipo cronologico
. Nella sezione relativa alla topografia della città di Cagliari
è presente la foto piú antica riproducente l' ottocentesca Piazza
San Carlo, l'attuale Piazza Yenne, viste panoramiche, monumenti.
Esiste la sezione riguardante l'architettura degli edifici pubblici,
privati e religiosi, quella relativa a vari personaggi e personalità,
all'archeologia, alle belle arti, alle manifestazioni civili, sportive
e religiose, alle mostre e a varie collezioni, tra cui quelle dei
fotografi Pes e De Gioannis.
Indicazioni tecniche: (Tratto da L. Scaramella, Fotografia. Storia
e riconoscimento dei procedimenti fotografici-Roma 2003 de Luca
editori d'arte)
La fotografia su carta albuminata: La carta
albuminata fu il procedimento di stampa fotografica per antonomasia
del XIX sec. La carta era trattata con una soluzione di sale e albumina.
Quest'ultima si otteneva addizionando l'albume dell'uovo con cloruro
di sodio o d'ammonio e montandolo a neve. Lasciando riposare il
composto per diverse ore si depositava sul fondo del contenitore
l'albumina sotto forma di liquido vishioso e limpido, che poi veniva
estratta filtrandola dalla schiuma che rimaneva in superficie. La
carta che era utilizzata era di fabbricazione particolare, giacch´
doveva avere una tessitura molto compatta, molto sottile e doveva
avere una straordinaria purezza. I fogli di questo tipo di carta
erano poggiati delicatamente sulla superficie dell'albumina, versata
in larghe bacinelle, ed era fondamentale che questa fosse solo sul
recto del foglio. Una stampa su carta albuminata era sempre lucida
e brillante e venivano sempre virate all'oro, vale a dire che venivano
ulteriormente trattate chimicamente sino ad ottenere una gamma di
tonalità che andavano dal bruno-rosso al bruno-porpora, e in genere
la tonalità caratteristica era prpprio quest'ultima. Ad un'attenta
osservazione della superficie fotografica per mezzo di un contafili
è possibile scorgere immediatamente al di sotto dell'immagine le
sottili fibre della carta. Questo tipo di stampe erano sempre montate
su cartoni sia per ragioni di moda sia perchè la carta, per la sua
sottigliezza, tendeva ad arrotolarsi.
La fotografia su carta baritata: A partire
dagli anni ottanta del XIX sec si sviluppa anche questa nuova tecnica,
per cui la carta fotografica era ricoperta da uno strato sottile
di solfato di bario, di colore bianchissimo, che andava a nascondere
le fibre della carta stessa. Su questo strato poi era stesa l'emulsione,
costituita da gelatina e sali d'argento, su cui si formava l'immagine.
La superficie di questo tipo di fotografia può essere lucida o opaca,
e spesso può presentare il cd fenomeno dello "specchio d'argento".
Si tratta di un'alterazione di tipo ossido-riduttivo, per cui le
particelle d'argento si trasformano in ioni d'argento, che tendono
a migrare verso la superficie dello strato conferendo a quest'ultimo
l'aspetto di uno specchio con riflessi talvolta bluastri. Ad un'attenta
osservazione tramite un buon strumento di ingrandimento è possibile
riscontrare che la superficie dell'immagine è liscia e al di sotto
non si vedono le fibre della carta, ma si osserva lo strato bianco
della barite.
La fotografia su carta politenata: A partire
dagli anni sessanta del 1900 grazie alle moderne tecnologie la carta
fotografica viene rivestita, nel recto e nel verso, di uno strato
sottilissimo di polietilene. Lo strato presente sul recto della
carta è addizionato di ossido di titanio, bianco, con le medesime
funzioni dello strato di barite. Sul supporto così impermeabilizzato
si stende l'emulsione sensibile su cui appare l'immagine. Queste
sono le carte tutt'ora diffuse, che hanno immmediatamente preso
piede per la loro praticità d'uso, in quanto permettono trattamenti
rapidissimi e lavaggi ugualmente molto veloci rispetto alle carte
baritate, che comunque continuano ad essere usate, ma non per uso
commerciale.
La fotografia stereoscopica: Si tratta di immagini
a scopo didattico, illustrativo e di intrattenimento in genere,
e furono realizzate sempre fin dagli inizi della fotografia. Si
realizza riprendendo la stessa immagine da due punti di vista leggermente
distanziati tra loro. Le due foto montate su cartoni l'una affianco
all'altra erano osservate con un apposito visore così da avere il
senso della tridimensionalità. Esistevano sia stampe, spesso colorate,
sia trasparenze stereoscopiche.
Le stampe al palladio: Questo procedimento
di stampa si sviluppa tra la fine degli anni ottanta e la prima
guerra mondiale. Si tratta di un procedimento cd ad uno strato,
per cui sono facilmente visibili con una lente di ingrandimento
le fibre cartacee. La carta veniva trattata ai sali ferrici, cioè
veniva stesa su di essa una mescolanza di sale ferrico e di nitrato
d'argento o di cloruro di platino. Successivamente veniva esposta
alla luce e l'immagine era originata dalla sensibilizzazione dei
sali rivelata per mezzo di un bagno in una soluzione concentrata
di ossolato di potassio.
La stampa fotomeccanica: A differenza di una
fotografia che risulta essere un supporto fotosensibile, la stampa
fotomeccanica invece è costituita da inchiostro: l'immagine è stata
impressa sulla carta per mezzo di una matrice ad inchiostro. Una
stampa fotomeccanica è riconoscibile facilmente dal fatto che, osservata
con una lente, appare formata da piccoli punti come quelli osservabili
su di una qualunque immagine riprodotta su di un giornale o di un
libro.
Il
fondo è costituito da 821 carte tra piante, mappe e disegni
progettuali, per la maggior parte documenti originali eseguiti a
mano, acquarellati ad inchiostro o a matita, e raramente copie eliografiche
e cianografiche. Il supporto grafico è prevalentemente la
carta, la carta lucida (pergamina) e la canapina.
Il fondo è stato suddiviso in 12 sezioni tematiche, che prendono
avvio con le piante della città di Cagliari, che danno l'indicazione
della rappresentazione complessiva del territorio urbano, per poi
passare alla sezione a base catastale sino ad arrivare ai progetti
delle infrastrutture e dei sistemi architettonici, come ad esempio
le carte relative al distrutto Teatro civico.
Le ultime due sezioni riuniscono tavole che non riguardano il territorio
della città e che sono state acquisite dal Comune di Cagliari
per donazione e per acquisto, e fanno parte di questo ambito le
interessantissime carte del Cima e quelle inglesi della "Gas
& Water Company Limited" relative alla realizzazione dell'acquedotto.
Notazioni tecniche: (La Grande Enciclopedia Tematica Universale
Le garzantine, 2003 Milano)
Eliografia: Riproduzione per contatto, in
negativo, di disegni mediante l'azione della luce. Il disegno, eseguito
in nero su carta lucida, viene interposto fra la luce e una superficie
trattata con sostanze sensibilizzanti, sulla quale dopo lo sviluppo
( in vapori di ammoniaca) apparirà la copia del disegno riprodotto
con i bianchi e i neri invertiti rispetto all'originale.
Cianografia: Procedimento di riproduzione fotografica
, a grandezza naturale, mediante contatto con una carta trattata
con ferrocianuro di potassio. Sensibilizzata dall'azione della luce
e poi sviluppata in acqua, la copia cianografica ripete fedelmente
l'originale, in colore azzurro su fondo bianco o viceversa secondo
che l'originale sia una pellicola positiva o negativa. In tipografia
le copie cianografiche venivano usate come bozze di "montaggio"
prima del trasporto su lastra nella stampa in offset o rotocalco,
e per la duplicazione di schemi e disegni tecnici di qualunque tipo.
|